lunedì 6 febbraio 2012

il cuore in gola

I nostri uomini erano al fronte con i nostri amori, partiti per una guerra che nessuna aveva chiesto. Non sapevamo se fossero tornati, nè come. Aspettando, l'autunno lo passammo con le vedove del fronte, un semplice abitino nero, ma un modo nuovo di attraversare il senso d'abbandono e la fine di un' amore. Ma non ci restava molto da fare, se non giocare a dadi e fare l'uncinetto. Versammo tutte le nostre lacrime, seppellimmo i nostri amori e pregammo per le loro anime, ma dopo le funzioni c'era un after a cui andare, così non c'era spesso il tempo di macchiarsi il makeup, eravamo già macchiate abbastanza in  una guerra che nessuna  voleva. Qualcuno ci rimise la vita qualcuno il trionfo. Come in ogni rivoluzione a cui siamo destinati, bagnata dalle proprie lacrime. E da sola ti attesi sulla porta come una donna del sud che aspetta il suo uomo che torna dai campi, nel lutto di sempre. E dalla guerra tornasti coi frutti. E il frutto in ragalo è questo mio cuore in gola.

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