Sembro bionda,ma sono incazzata nera. E ho
visto l’inferno. Per fortuna non ero sola. E’ li che ho cominciato a scrivere.
Lettere su lettere. Stavo calma solo cosi. O finendo le scorte di alcool e erba
a casa da mio fratello, per poi finire sfinita a piangere. Credo fosse
l’assunzione di ormoni ad avvicinarmi cosi tanto al pianto. Presi col jack Daniel
a colazione erano una mano santa. E a mezzogiorno ero già bella e donna. Ero in
castigo. Ma io non sembro estrema, lo sono davvero. Cosi ci metto il carico. Niente
mare. In uno splendido reabh in riva al mare. E ai fottuti tramonti con tanto
di sole rosso che si scioglie nel mare a cui tiravo i san pietrini. Quelli
canadesi,i miei preferiti. Li trovavo sulle autostrade della tecno a cassa dritta dove sono cresciuta. E davanti
ad un neo che poteva offuscare una meravigliosa alba,non toglievo il neo. Prendeva
l’alba la accartocciavo in mano come un foglio,e la scaraventavo al muro. Quello
è il rumore all’inferno. Bello forte metallico. come il Re. Ognuno ha fatto
qualcosa per me. Per quello passo le notti a salutare tutti come se fosse
l’ultima. Tutti. Tutto il popolo della notte e delle feste. Sono loro che mi
hanno rivoluta. Sembravo atterrata ieri da un astronave. Ma sono sempre
esistita. Io non ho mai cambiato genere,non avendone mai voluto solo uno,come i
mariti,solo stile. E mi sono fatta bionda. E fatta. come una cavalla. Ma un
giorno mi svegliai dal caldo. Doveva essere il 14 agosto. E intorno non c’era
più nessuno. Tutti partiti. Non sono mai stata brava a programmare nè il mio
domani nè le mie vacanze. Con la stessa classe e nonchalance avevo preparato
gli stessi trollies che ha creato per me Pompeo Ciccone con Elvis Presley. E
con la stesso savoir faire sona passata da un museo a 5 stelle a Istanbul,a uno squat di Berlino,da
un campeggio in puglia a un castello di
un Re. Ci sono posti in cui non metterò
mai piu piedi. Posti in cui non sono stata amata. Non ho mai fatto la
schizzinosa certo,sono consapevole del clamore che creo intorno quando appaio,ma
pretendo di essere rispettata almeno un minimo o almeno strappare un sorriso
per la mia originalità. La prossima provo ad apparire a Mejugorie,magari in una
grotta davanti a due pastorelle mi va meglio. Ma ci sono posti in cui la loro
indecente cultura non supera quel minimo. Posti in cui per sopravvivere deve
essere come loro. Bestie senza soma .E vivendo a mezze giornate attesi il
cliente del giorno,fece un biglietto e andai a trovare i miei in Calabria.Quando
ne avevo avuto la possibilità,accettavo l’ultima proposta più allettante e partivo. Ma non potevo. Stavo
studiando un copione. Quello della donna del piacere,che vive a mezza giornata.
E cosi andai in Calabria dai miei. Non potevo permettermi altro. Potrei vivere
nel lusso più estremo col mio lavoro da modella, ma me ne frego e li mi sono
nascosta,sono stata chiusa in camerino tutto il tempo, non volevo essere
riconosciuta. Nessuno sapeva ci fosse
Lola Kola.Non volevo bodyguard e andare in giro senza trucco. Usciva
solo quando tutti erano al mare,Schivando miracolosamente fotografi e
giornalisti,per comprare le sigarette e l’insalata,l’unica cosa di cui mi
nutrivo per bilanciare l’abuso di alcool. L’inferno si ma sempre taglia 42..per
il resto a casa da sola, ma una casa vera. Col frigo ,la televisione , i
divani. Cosi descrivevo ad Elio e liuc l’inferno in cui era, una casa coi
divani e la tv.Ridevano i miei quando lo dicevo. Non avevano idea di come
vivessi io,per quello ridevano. In una cantina umida presa da un amica che li
faceva session fetish e bondage.Una casa tutta nera, catene e specchi. Ideale
per quel mestiere. che se anche aveva trasformato in un loft.N on preoccuparti
disse mia cugina quando vide la mia casa,dopo essere rimasta muta
sull’ingresso. Non dirò a nessuno che lo vista, non preoccuparti. Fu lei a
suggerirmi che neanche a rum e whisky,i cani di mio fratello, avrebbero fatto
abitare la. Ma io vivo cosi. Di tutta questa vita parlerò,di tutti. Ho visto
tutto,fatto tutto,viaggiato il mondo e fatto sesso selvaggio con mio marito. Persa
e ritrovata piu volte. Caduta in basso e volata in alto. E sola. E sola volevo
stare. Ma quell’estate non ero cosi sola.
E ho cominciato a scrivere. Male dice Silvio, non so usare la
punteggiature dice. Ha ragione,lo dice anche Alex.Però scrivevo, mail su mail.
L’unico che mi rispondeva è Il signor D.V. L’unico che passava l’estate al
lavoro davanti al pc. Un Re. Un piccolo principe. Questo inizio è per lui. Su
tutti è stato lui a tenermi la mano in quell’inferno. Da lontano. Come solo lui
sa fare. Insuperabile. Ho scrisse tutto e
condiviso con lui tutto quell’inferno..La sua poesia e il suo pensiero cosi
lucido sulle cose mi ha conquistata. Rimane
il mio Re. Che mi ha tenuto la mano durante il mio inferno. Condivisione
è la parola che ha portato nella mia vita. E il suo taglio superiore al diamante
dei pensieri e parole di oro mi ha inevitabilmente cambiata senza che me ne
accorgessi. Per lui ho cominciato a scrivere e spero di ereditare la sua
bravura a trovare le parole migliori per continuare a farlo. Forse renderò note
quelle lettere dall’inferno,questo non lo so,dovrà vedersela il mio editore .Ma
questa è un’altra storia..E’ che mi perdo ecco..In finale se sono qui a
scrivere è grazie a ****. In molti mi chiedono di scrivere. Sto preparando un
blog per chi ha voglia di seguirmi. Ci vorrà un pò,tanto materiale è in un file
che pare danneggiato, cosi man mano riscrivo e pubblico. Ma su tutti rimane
Lui. Per questo lo ringrazio prima dell’inizio. Tutto è cominciato con lui. E con
Marc Jacob che mi vestiva in esclusiva quell’estate. Per il momento è tutto. Vado.
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