Una sera pensai che sarei dovuta uscire e trovarmi un domatore col cavallo tutto mio. E cosi feci. Uscii dal circo chiusi le gabbie e andai a ballare. Nella foto a sinistra lola indossa top intimo in georgette e pizzo di la perali gonna a volant di alberta ferretti, sandaletti neri christian laboutine .make up chanel .bella molto magra ancora mora Agenzia models milano .chiunque ci sarebbe cascato nella fiaba. Prima del domatore quella sera incontrai il cavallo. Mi si avvicina mi offre da bere mi chiede il numero dicendo che sarebbe tornato ma quella sera aveva già un numero in programma con un’altra acrobata. Bel tipo lui, bel cavallo pensai. puro sangue italiano del sud. Estremo. Dopo qualche giorno mi ritelefona mi chiede di poter passare da me. Ovvio risposi. Ma non ricordavo chi fosse. Io ero nella mia gabbia. Live show per soli uomini e non solo il numero della doppia emozione italiane trans chiama due al prezzo di due. Vinci o trionfi. Grandi show. Mi divertivo cosi. Chiusa in casa a strafarmi e strabere e fare sesso a pagamento. Avrei potuto perdere la testa in qualche show, come infatti andò. Però avevo bisogno di uno che mi proteggesse da vicino. bobygard and love. E quella sera dopo lo trovai. Ero a cavallo. Io nei miei personaggi vado infondo, studio la parte fino allo spasmo. Bisogna attraversarle le cose per capirle davvero. Lo so che mi leggi. E sono arrivata alla fine del film con grandi applausi e qualche statuetta d’oro. L’aria che si respirava a cannes quell’anno era forte e quando incontrai Anjelina jolie sul carpet che era incinta capii che eravamo veramente felici. Angelina è la meno morbosa tra noi attrici. La più buona. Quella che con cui mi trovo meglio. E ha reso meraviglioso il mio amico Brad perché c’era lei accanto. Ma siamo rimaste le ragazzacce di un tempo. Doveste leggere i nostri messaggi,altro che caserme. E cosi io partii per il mio ruolo e lei fece un bimbo. E intanto mi chiamava sto cavallo che stava passando. Era rimasto il cavallo di qualche sera prima. Nell’aria il solito profumo di abbondanti stupefacenti a volte facentissimi litri di vodka solventi g per tori meccanici ormoni e tanta fantasia. . Nel vestire no. Bastava uno string de la perla autoreggenti Philippe matignon e sandali Di’ Or. Quella era la moda di allora. Non sapevamo cosa indossare e non indossavamo niente. Ho sempre precorso i tempi nella moda. Ma nemmemo a Cocò chanel piaceva l’idea di passare da orfanella perché staccava i fagiani dai cappelli delle signore. E guai a chiamarla madame che si incazzava come una belva. E comunque appena arrivò il principe della favola si capì subito vestita così che tipo di numero facessi.. La tigre. Argh. Ovvio quando entrò in scena il cavallo le puledre lo vedono subito. Cosi qualcosa si riscaldò troppo durante il numero del salto del cerchio di fuoco che spesso una si fa male. Tralascio la storia della fiaba che la mia amica mi tirò una pizza margherita alle spalle e io la menai. E lui si trovò in mezzo e prese qualche schiaffo. In tanti miei film ci sono schiaffi. Si divertì molto però. Così finiscono le fiabe spesso nel mio circo. Numero con botte. Prese e date. Come l’amore è. Non ha assistito ad un bello spettacolo effettivamente. E intanto scoprì che la dentro al circo giravano trans droghe clienti soldi. Due più due de più. E non eravamo manco tanto bionde allora. E poi a lui le more piacevano. Le sapeva coltivare far crescere fiorire. Un grande maestro d’arte dello show era infondo il mio domatore di quella fiaba. Il giorno dopo mi chiese se poteva rimanere. Si risposi, ma non più di sette mesi però. Così finì la favola come era iniziata. Mi sono molto divertita a girare quel film. Il ruolo mi si addiceva molto. Il pubblico lo sente. E dire che era anche un momento in cui ero molto castigata nel mangiare nel bere poca droga che in realtà girava sempre e meno follie da star system solito,di cui sono pure un po’ stufa,tanto per chiarire come si vive a Hollywood ultimamente, per intendersi. Per sette mesi ci siamo voluti molto accanto troppo accanto a volte troppo dentro. Non è facile avere un domatore. Poi nella stessa gabbia soppalcata nero specchi e catene non era male. E io intanto studiavo i miei copioni. La regina della scena. Del piacere e poi stare dietro a lui significava tirar fuori altre donne e spesso se non hai le palle è dura. E gestire un inferno così ti costa. Per quello è splendido quel film, era tutto vero ed io felice. Comunque. Avevo realizzato il mio sogno di bambina e fare un film su una bambina che voleva vivere in un circo. E accettai la parte. Durante gli show della tigre lui spesso rimaneva sul soppalco sulle travi di legno. Spesso girava video durante gli show nascosto vendeva pezzi durante l’intervallo degli show mentre i ragazzi preparavano le gabbie. Io preparavo i solventi per il numero. L’aria nel backstage è spesso tesa. I minuti in cui stai dietro quando devi uscire per cocondurre sanremo è forte. Come quando hai un principe fuori al castello che ti aspetta. E aspetta solo te e tu solo lui. Altra fiaba quella. Tutto ritorna col sette legittimo si sa. cinque e sette. Su tre tiri. Di solito al primo. Ho una fortuna sfacciata coi dadi. Ognuno ha le sue favole. L’importante che prendi bene la luce mentre giri e sei vera mentre lo fai ti porti a casa un bello spettacolo. Ovvio tutto compreso. schiaffi addi ritorni lacrime sangue e tori meccanici. E comunque non mi sono mai pentita di aver fatto film porno. Non ci trovo niente di male si guadagna anche bene e noi siamo viziose creature. Il nostro unico problema con la droga è quanta comprarne. Sennò che favola racconti. Di solito si passava la giornata sul set. Si faceva tutto lì, si viveva lì. Era sempre un backstage Ho imparato quando facevo la modella a non i innervosirmi per la noia e sorridere sempre anche se ti fumano i coglioni. E devi riuscire a interpretare solo con abito tante donne diverse e devi essere credibile in tutte. Quando non indossi niente è più facile. Sono curiosa. Mi piace mettere gli uomini a nudo poi. Sono più belli. E tra tutte le terapie questa è la migliori. E se nel backstage c’è kate c’e sicuro divertimento. Quando non ero sul set mi occupavo del resto. Intanto del risveglio. Colazione con caffè e sogni integrali al miele cioccolatini al rum e pera un jack daniel e un po di vitamine alla ciliegia ormoni e fiori da sanremo. “sei splendida” mi diceva al mattino. Non era manco mattina. Io apparivo splendidamente ma ovvio che quando lo svegliavo ero già stata al trucco. E avevo già girato qualche scena, e provato il balletto. Con me stai sempre in scena mai un minuto da perdere. E devi trovare anche il tempo di ritrovarti. Magari piangi in casa da sola perché ti senti grassa e il giorno dopo sei in bikini sorridente in copertina. Non è facile starsi dietro col tanto che devi tirar fuori per reggere. Tanto di tutto. A volte rischi che il successo ti giri alla testa. Così per non perdermi dovevo ritrovare la bellezza di un bacio dato per regalo, e sulla scena far sgocciolare sesso ai ragazzi e poi tornare una brava ragazza. Siamo un genere di donne che sa dare buoni consigli e cattivo esempio..e sappiamo ancora benissimo su cosa mettere bocca. Ed ho capito subito che bisognava far tutto, giocare a rugby e durante l’intervallo fare la majorette. Tutto fino in fondo,così finiscono certe favole. Una mattina il domatore si sveglio presto,fece le valigie e se ne andò. Senza salutare. Era il 21 marzo, così cominciano certe primavere. Con uno che se ne va, sembrava novembre e per un errore di una parola troppo hard l’articolo su di me non partì quel giorno. Un giorno in cui ti svegli morta ma neanche puoi riposare in pace che hai un intervista in esclusiva e la fota di copertina, e ci convincono a restare vive. E devi mandare la siglaa!
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