martedì 26 luglio 2011

Una Diva In Cucina

In ogni libro che una diva decide di consegnare alla sua storia deve esserci almeno una ricetta. Questo imparai quell’estate, grazie a Giovanna Miranda che per prima ha creduto in me come donna di spettacolo,e il grande maestro Castellana a cui venne affidata la regia. Cominciò così la mia ascesa verso il palinsesto, di cui sono oggi la Regina incontrastata, oltre a Simona. Ma per evitare di finire sugli stessi palinsesti, evito calcio e reality. Così mi fu offerto un programma di cucina. Non ero mai stata interessata alla cucina prima, ho bazzicato altre camere prima, da letto soprattutto. Avevo già condotto altri show, ma mai in televisione. Neanche c’è l'ho. Avevo condotto l’edizione del Supertombolone una sera di Natale a casa di Nicola. Superba scrissero i giornali. Così mi fu affidata la conduzione di un talent show la primavera successiva. 5 dj non professionisti si sfidavano alla consolle, bastava poco per capire che non erano professionisti. Alcuni i piatti avrebbero solo dovuto lavarli. Ma io trionfai. E vinsi. Purtroppo ricordo poco, durante le pause stavo spesso al bar, e noto come è che sono un’ubriacona, a metà puntata non sapevo dove fossi e non ricordo come andava a finire. Splendidamente dicevano. Quindi fui riconfermati. Grazie a quello feci piccole parti in film che non vide neanche il regista, video mai pubblicati, foto mai viste, libri mai stampati e dischi mai cantati. Come tante mie colleghe, mai fatto niente eppure nell’olimpo. E così, la società che mi segue decise per me la strada della tv e della cucina. Marlene Dietrich fece il resto. Si, lei. Un nome che come suggerisce Monsieur Cocteau comincia con una carezza e finisce con un colpo di frusta. E io, come suggerì il grande maestro Elio castellana, comincio con la L e finisco con la A. Fu Marlene ad insegnarmi che dietro una diva si nasconde una donna e dietro ai fornelli c’è un grande gesto d’amore e un doppio piacere. Cucinare per gli amori della nostra e vederli mangiare il cibo cucinato da noi. E pensare che avrei voluto ereditare da Marlene il suo essere fredda, glaciale e senza sentimenti. Macchè mi insegnò a fare le wienerschnitzel, niente paura amiche classiche cotolette alla viennese accompagnate da un contorno di patate fritte al profumo di aneto. Un sapore inusuale per delle patate fritte ma a Marlene piaceva, come il gewurtztraminer. Così partimmo per la ricetta. Dopo marlene avremmo dovuto incontrare sophia loren e il segreto del ragù, e la faraona farcita di Marylin Monroe. Ma finì prima di cominciare. Ma io non ho stress, se il mio pubblico mi vuole bene, sennò ritorno nella mia trattoria. Così feci. Per 10 anni ho inseguito Elio castellana. Davanti a certe opere d’arte o mi sconvolgi definitivamente o mi giro e vado al bar. Tanti artisti osannati come tali o mi annoiano o mi fanno tenerezza. O mi arriva un calcio ai coglioni o mi scende una lacrima o mi cade una goccia di sangue, o ordino un triplo jack e vado a casa. Così fu con Elio. Tutto questo.  E un giorno vidi Il suo kinder garden realizzato con l’accedemia degli artefatti. Un paradiso terrestre perfetto ma andato a male, tutto sfiorito. Tutto finito. Con tanto di adamo ed eva persi sotto un cubo di cristallo. E non fui più la stessa. Come davanti alle opere di silicone e residui umani della Piccininni. O tutto o niente. A volte sembro estremo. Ma io lo sono davvero. Sono andata troppo in alto per volare basso ormai, e l’umanità o mi sconvolge o mi annoia, ma dopo quella visione volevo sapere chi fosse quel genio che aveva potuto pensare quel miracolo. Elio castellana, mi dissero. Devo conoscerlo assolutamente. Ho bisogno di genio. 10 anni ho sudato per avere Elio nella mia vita. Andavo a tutte le feste, le cene e i vernissage dove sapevo che sarebbe apparso e non mi degnava di uno sguardo. 10 anni mi ha lasciato sudare. Avrei continuato così per il resto della mia vita, accontentarmi di quello che potevo. Anche solo vederlo. Ma una sera successe un altro miracolo. Incontrai Silvio, oggi conosciuto come Erre. L’opera d’arte di uomo che mi ha resa più umana. Il rivoluzionario della mia vita. Il Comandante che ritorna dal fronte con l’aria di chi ritorna dai campi. E il frutto che portò è il mio cuore in gola, a lui dedicato. E grazie a lui, magico come un enzima conquistai anche Elio. Fu lui stesso che mi telefonò, volevano venire a cena da me. Lui, Silvio e Marco Bettelli. Una goccia d’acqua che ti entra dentro, ti sconvolge come un uragano e riesce in una lacrima. Tutto. Per loro mi sono messa ai fornelli. Per amore loro. Così la mia vita divenne doppia, come la mia casa. Boudoir di giorno e trattoria di sera. Ricette della cucina tradizionale italiana a piatti originali, dalla carbonara al pollo al forno con patate che ormai è un’assoluta esclusiva di Liuc Fanciulli,  l’uomo che più di una volta mi ha salvato più vite; dalla insalata completa alla Kola, alla Norma. Cucinata e cantata.
E io,con garbo e ironia, classe e trasgressione, ancora li tengo attaccati al teleschermo.

La ricetta di oggi, care amiche, è la piu fantasiosa. La collezione Gola primavera estate 2009. Un’estate in cui cocco e trans andavano spesso a braccetto sui giornali. Ho già scritto che infondo a noi altre ragazze ci ha reso gioco più una notte di Marrazzo con Natalie che due anni di luxuria seduta in parlamento. Ma questa è un’altra storia, fuori dal mio palinsesto. Ritorniamo ai fornelli và.. Questa ricetta è dedicata al mio amico gigante Alex Fortunato. Ogni tanto qualcuno si alza non solo per sé stesso. E chiunque lo fa, merita il mio cuore. E’ lui con altri, lotta con noi, per renderci libere dalle incongruenze di generi, rendendoli disagi. Di stile, come lo chiamo io. Ho già chiarito la mia posizione al riguardo, la questione del genere è fin troppo andata per me. Sento di essere andata oltre, e di voler essere riattribuita come cavalla da monta. Questo è. Non mi interessa avere un solo genere, come con i mariti, che a oggi ne ho tre. Ma se per qualcuna questo disagio crea infelicità, io ci sarò a lottare con loro. E con Alex,che lo fa vincendo col solo suono unico della sua risata. L’idea di mangiare cibo colorato è un tribute al Maestro e al suo splendido corto “Una Cena”. Parlai di questa ricetta durante un’intervista su un web canne. Mi chiesero se i coloranti erano pericoli o tossici..No risposi, loro no..forse non conosci i miei amici, ci vuol ben altro per noi tossici.. Non andò mai in onda quell’intervista..Avrei dovuto cucinarla a casa alice, un canale di cucina a giugno, ma ero fuori con Luca Donnini con corpustrip..e il mio splendido marito Alessio Maximilian Schroder che come pochi mi ha amata come diva e come donna. Sui fornelli..con lui ho avuto Pepsi..la nostra splendida figlia..che dorme di là. E’ che mi perdo ecco,torniamo alla scheda della ricetta..elencando gli ingredienti..





 RISO AL COCCO BLU, A FORMA DI PESCE

Ingredienti

4 amici
500 gr di riso parboiled
1 cipolla
olio d’oliva
175 litro di latte di cocco
sale
formine in plastica da spiaggia per bambini
colorante alimentare
e su tutto l’ingrediente segreto di lola…l’amore. Quando basta, ma a noi non basta mai!

La ricetta va realizzata come un semplice risotto. Scaldare l’olio con la cipolla. Quando la cipolla e dorata aggiungere il riso. Mantecare, poi aggiungere il latte di cocco. ora ci sono 2 modi. O  giochi a fare la sciura di Milano e stai li a girare il risotto finche tutto il latte di cocco sia assorbito o fai la brasiliana. Non giri nulli,copri con un coperchio e aspetti finchè il latte non si  sia assorbito completamente da solo. Facile, a  questo punto il risotto è pronto. Lasciare raffreddare per qualche minuto. Poi aggiungi il colorante. Il blu è il mio preferito. Versi nella tua formina  preferita e la capovolgi nel piatto di portata..ideale come contorno al pollo al curry.

Amiche è ovvio che la bellezza del della presentazione del cibo equivale alla sua bontà. Come noi. Cercate di servirvi come una cena, oltre buona da mangiare, anche bella da vedere. 
Ora è tutto pronto..

Vi auguro buon appetito e vi aspetto alla prossima puntata con la torta di pere e cioccolato.

Siglaa!

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