lunedì 12 novembre 2012

Lola kola: Italia attenta! il cabaret fugge a Parigi. “Il Cabaret dice addio all’ Italia e trasloca a Parigi”


Lola kola: Italia attenta! il cabaret fugge a Parigi. “Il Cabaret dice addio all’ Italia e trasloca a Parigi”

Intervistare Lola Kola è stata un'odissea. L'appuntamento era in un hotel sull'aurelia, sarebbe dovuta arrivare martedi per concentrare le prove coi musicisti e gli ultimi outfit, ma ancora la sua crew si chiede dove sia. Da un posto splendido in cui fervono i preparativi de U-KABARETT un evento mediatico ed artistico; lei è arrivata solo giovedì. Ma è difficile poterle parlare, è inseguita ed insegue, è sempre presa tra stampa e foto. “Appena finisco avrete un esclusiva” Ti colpisce quando la incontri. E’ simpatica. Una rara ironia, in bilico tra una sonora risata e il suono di una sberla. E’ ancora la splendida Kola però, nonostante i capricci a cui ha abituato da oltre vent’anni la stampa e l’entourage che la segue, arriva sul set per la  foto di copertina ed è il solito  miracolo. Il fotografo impazzisce”..E’ l’ottava meraviglia Lola, è unica, poche come lei reggono le foto, è in tutte..”, commenta mentre la guarda nella  sua canon.. le luci si illuminano quando appare, l’aria cambia…Gli abiti che indossa sono sempre disegnati da lei, ma solo per questa volta ha accettato di vestire Chanel nella tappa del tour a Parigi. Comunque cinque cambi minimo. “ Al ritorno ritornerò anche al mio lavoro, la moda. Col mio ingresso nel mondo della musica non lascerò né il mio lavoro di attrice, né smetterò di fare la modella, né smetterò di creare i miei abiti. In italia c’è una brutta malattia, vogliono costringerti in un solo ruolo. Quando i giornalisti mi chiedono cosa sono infondo, io rispondo sempre..Sono Lola Kola e basta. Ora mi godo questo momento, i miei show e i miei trip. Ma quello si vede benissimo.Le squilla il telefono e scappa. Al grande chiacchiericcio che risuona a vuoto nei templi silenziosi dello show-biz, piccole invidie, grandi frecciate, autoesaltazioni, terrori e pomposità, Lola Kola non partecipa mai. Ha molte cose da dire, ma non in questo momento in cui il lavoro di mesi , la fatica di mesi, la concentrazione di pensieri e idee , diventa spettacolo, gratificazione, immagine concreta e globale di una fantasia, di un impegno, di una visione. «fare spettacolo  è il mio lavoro e lo faccio con passione , ma è anche il mezzo finanziario che mi permette di dedicare tempo ed energie anche a quanto conta molto per me, ma lo spettacolo da solo oggi non è in grado di imporsi, per farlo deve muoversi dentro un sistema della cultura e dell' arte che funzioni, in un clima sociale che lo sostenga. Ma noi viviamo in un mondo culturale debole, siamo un Paese che non ha mai voluto o saputo proteggere e promuovere il suo immenso patrimonio artistico». In questo campo, hai dei suggerimenti da dare a chi in questo momento ha delle responsabilità non solo politiche e finanziarie, ma anche appunto culturali e sociali? «Mi rifiuto di esprimermi pubblicamente, perché mi pare di essere autorizzata a parlare solo di spettacolo e dei soldi esso mi procura. Proteggo la mia dignità esprimendo solo suggerimenti privati, se me li chiedono, stando ben attenta a non fare l' opinionista. Non voglio comparire, mettermi in primo piano, non lo faccio neanche alle sfilate. Cerco di parlare solo degli argomenti che credo di conoscere bene. Per il resto si tratta di intuizioni. Quella che sono ora sulla scena è un progetto che è partito insieme ad Elio Castellana, un artista visionario con cui avevo già  fatto “una diva in cucina”, questa volta  mi ha voluta dipingere di nero. La mostra fotografica è spesso esposta nei luoghi in cui mi esibisco. Questo mi da modo di allontanarmi da Lola Kola, così non sono obbligata ad essere me stessa, e non sono costretta ad essere quello che tutti si aspettano di vedere. Ho già chiarito più volte, dopo tutto quello che ho fatto, i video, i film, la radio, la moda, qualcuno ancora mi chiede se sono uomo o donna. Che noia. Quella che sono ora è una scelta estetica per me, sono la mia vetrina migliore, non mi va di scegliere. Non lo faccio neanche a fine cena, perché dovrei. Grappa o limoncello? Entrambi per me grazie..sono sempre stata così, il genere non mi interessa..ma mi ritrovo sempre a dover chiarire.. Di questo incolpa in parte anche l' informazione? «È un ritornello. In Italia la stampa non ci prende sul serio, ci usa come simbolo di frivolezza, ci rappresenta sempre con nudità, come richiamo erotico, non fa un' analisi sul senso più profondo e migliore sulla rivoluzione che stiamo attuando sul corpo, sulle energie che investiamo durante i nostri spettacoli, sulle connessioni che esso crea con altri mondi come quelli del cinema, dell' architettura, dell' arte, ma io vorrei stare tranquilla e fare il mio lavoro, se funziona va bene, sennò apro una pizzeria a torpignattara. Chi è andata in fondo come me non ha più paura della vita, ho indossato la mia coroncina da miss senza una lacrima di gioia e l’ho restituita senza una di dolore, Quando è arrivato il peggio nella mia vita, ero lì splendida e sorridente a tagliare il nastro all’inaugurazione. Sono una sopravvissuta ormai, non può che andare meglio. Questo è momento d’oro per me, non sono mai stata una facile io, in nessun senso, ma adesso questo nuovo modo di fare clubbing e questo incontro con Impy mi sembra eccezionale. E’ uno stakanovista lui, preciso, attento ai suoni, esattamente quello che sento in questo momento. E’ un accordo perfetto. Non potrei chiedere di meglio. Parla, fuma, beve Lola kola, ogni tanto si ferma un secondo, si riavviva i capelli e riparte, è incontenibile. E non cerca mai di sedurre, tipico di quello che fanno il suo lavoro, è seria e precisa dopotutto. E’ lontana dall’idea facile che puoi farti di lei.Arriva da lontano, dice quel che deve e poi ti lascia andare. Il tempo previsto era un quarto d’ora di intervista, ma si rilassa, si sdraia sui divani e parla. Sembra una donna rimasta in silenzio per tanto tempo, e adesso è tornata. E venerdì ritorna ancora in radio alle quattordici e la notte alle due puntuale sul palco. I campanelli d' allarme ormai ci frastornano e non bisognerebbe perdere tempo».

1 commento: